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22 settembre 2018

Il Giglietto di Palestrina


Nel mese di Luglio, sul sito di AIFB, Associazione Italiana Food Blogger, è uscito il mio articolo su questo delizioso biscotto, che ritroviamo a Palestrina e a Castel San Pietro. Questo dolce particolare vanta alle spalle una storia antica e affascinante, che arriva dalla Francia, dalla corte del Re Sole, un biscotto che oggi sopravvive grazie a Slow Food e alle sue condotte, che lo portano in giro nel mondo. E' stato dichiarato, infatti, Presidio Slow Food e il caso ha voluto che nella sua patria nativa sia oggi scomparso, sopravvivendo, invece, nei caratteristici borghi di Palestrina e di Castel San Pietro, grazie all'opera delle "Signore del Giglietto" che mantengono viva la sua produzione !

 

Se siete curiosi di conoscerlo
, qui il link dell'articolo:

 

Il Giglietto di Palestrina






Con il Giglietto potete accompagnare il gelato o tante mousse oppure preparare tanti dolci particolari, come questa fantastica charlotte…

 

Nel link la ricetta completa:

 

Charlotte-alle-fragole-con-il-giglietto

 

EL

11 aprile 2018

IL GOMASIO



Ecco un'ottima alternativa al sale, che arriva dalla cucina asiatica, per condire ed insaporire i nostri piatti in modo naturale e benefico.


Nelle mie ricette, spesso trovate  fra gli ingredienti questo misterioso sconosciuto, il gomasio...Che cosa sarà mai? Nulla di più semplice e ricco di tante proprietà salutari! 
Il gomasio non è non soltanto un eccellente condimento, ma è un alleato per la nostra salute, un super food dalle molteplici qualità terapeutiche, come  insegna la cucina macrobiotica. Usato, tradizionalmente, proprio dalla cucina asiatica, oggi è diffuso anche in Europa e in Italia. 

Viene ottenuto dall'unione di semi di sesamo, delicatamente tostati, con sale marino integrale, attraverso la battitura in un apposito mortaio di marmo o legno. Oggi, si trova in commercio già pronto all'uso, ma decisamente migliore quello "home made", vista la semplicità con cui si può  preparare, scegliendo così la buona qualità degli ingredienti utilizzati. In giapponese, "goma" significa sesamo e "shio" sale, quelli che sono i suoi componenti basilari. Il sesamo è un seme oleoso eccezionale, ricco di minerali, fra cui un'elevata quantità di calcio, oltre che ferro e fosforo. Possiede un alto contenuto di proteine e vitamine soprattutto del gruppo D e E. Ha un alto potere alcalinizzante. E' ricco di grassi polinsaturi, come Omega 3 e Omega 6. Il sale fornisce oligoelementi essenziali come iodio, fosforo e magnesio. Tante le proprietà di questa unione: abbassa il colesterolo, favorisce la digestione, regolarizza l'intestino, migliora le funzioni epatiche e rinforza il sistema immunitario. Sostituisce il sale per condire a crudo verdure, cereali, insalate, humus e qualsiasi altro condimento.

Il suo sapore e il suo profumo sono ottimi, bisogna fare attenzione a non esagerare, poiché i semi di sesamo sono abbastanza calorici, ma usato al posto del sale è l'ideale, perché aggiunge sapore impiegato  in quantità minore, rispetto al  normale sale da cucina. Può essere aromatizzato, come nella cucina Giapponese, con alghe, oppure, con spezie ed erbe aromatiche.

COME PREPARARLO IN CASA


Possiamo utilizzare il suribachi, ovvero un mortaio in ceramica con pareti e fondo zigrinato per macinare ed amalgamare bene i semi con l'apposito pestello in legno il suriKogi, oppure  servirci dei classici mortaio e pestello delle nostre nonne, e con poca più pazienza ottenere quasi lo stesso risultato!
La cosa importante è far sciogliere bene i semi di sesamo, dai quali fuoriesce il loro prezioso liquido, che fa ben legare i due ingredienti insieme ,ed è ricco di tanti benefici.

Ricetta classica 


Ingredienti per circa 100 grammi di gomasio:




  • 7 cucchiai di  sesamo biologico
  • 1 cucchiaio di sale marino integrale
  • alghe o spezie o erbe aromatiche (facoltativo)


Le quantità di sesamo possono variare a vostro piacimento, fino ad un rapporto di 1 a 20.




Procedimento:




  1. Bagnate leggermente i semi di sesamo, lavandoli in un colino.
  2. In una padella di acciaio a fondo spesso, tostate delicatamente i semi di sesamo, a fiamma bassa senza bruciarli. Potete anche tostarli in forno a 100° per 15 minuti. Verificate che siano pronti, con il metodo macrobiotico tradizionale, ovvero schiacciando un seme tra due dita, quando questo si sfarina, potete togliere la padella dal fuoco e versarli in un recipiente a raffreddare.
  3. Tostate, per qualche minuto, anche il sale in padella, in modo da togliere tutta l'umidità. Potete anche utilizzarlo direttamente, evitando la tostatura.
  4. Versate nel mortaio il sesamo e il sale marino integrale, iniziate a schiacciare e a ruotare delicatamente con il pestello, riducete in polvere grossolana, fino a quando circa l' 80% dei semi di sesamo sarà aperto.
  5. Potete aggiungere le alghe o le spezie e le erbe aromatiche, versandole nel mortaio prima della battitura.
  6. Conservate in un barattolo di vetro per 7/10 giorni.





EL

3 dicembre 2017

INSALATA VARIEGATA



Questa insalata variegata è davvero speciale! Si prepara in poco tempo e con pochi ingredienti, può accompagnare un bel primo piatto o può essere un piatto unico per una giornata detox! I protagonisti principali, sono i finocchi, che si uniscono al sapore dolce delle arance e a quello rustico e saporito delle olive nere, il tutto accompagnato dal gusto vellutato della maionese al latte di mandorle e colorato dai fiori eduli!

Per 2 persone


Ingredienti:


  • 2 finocchi
  • 2 arance
  • 100 g di olive nere denocciolate
  • Olio Evo
  • sale
  • pepe
  • fiori eduli
  • maionese al latte di mandorle

Procedimento:

  1. Sbucciate le arance e dividetele a spicchi.
  2. Pulite i finocchi e passateli sotto l'acqua corrente, divideteli in due parti e con l'aiuto di una mandolina tagliateli a fette sottilissime, lavateli ancora e asciugateli bene.
  3. Preparate la maionese al latte di mandorle, seguendo il procedimento come per la maionese al latte di soia, come nel post qui: Una perfetta maionese senza uova.
  4. Preparate i fiori eduli e denocciolate le olive.
  5. Fate una salsa con il succo delle arance, l'olio, il sale ed il pepe.
  6. In un piatto piano, versate le fette sottilissime di finocchi, adagiate sopra le arance, le olive ed i fiori eduli, versate la salsa preparata ed infine accompagnate con la maionese di mandorle.

I fiori eduli, sono oggi facilmente reperibili nei negozi specializzati di prodotti biologici, li trovate in vaschette già pronti per l'uso!
Esistono circa 50 specie differenti di fiori eduli o commestibili, alcuni senza saperlo già li consumiamo normalmente ( fiori di zucca, carciofi, zafferano...), ma alcune varietà sono meno conosciute, come quelle che assomigliano ai fiori dei nostri giardini, che possono anche colorare tanti nostri piatti soprattutto le insalate, come in questo caso! Molti esempi di specie edibili sono: l'Aibika, l'Aptenia cordifolia, la Buglossa, la Begonia però edibile solo la varietà Tuberhybrida, la Bocca di Leone, la Borragine, la Calendula, la Lavanda, Nasturzio...Oltre che nelle insalate e in piatti gourmet, li ritroviamo in sciroppi, liquori, tisane, zuppe, drink e dolci. Sono ricchi di sostanze nutritive e minerali, proteine e vitamine (A e C), poverissimi di grassi! Hanno un alto potere antiossidante dovuto ai flavonoidi e ai carotenoidi che contengono. L'Aibika (ovvero l'Abelmoschus manihot), viene spesso indicato come cibo vegetariano, per tutte le sue proteine di qualità. Tuttavia, bisogna prestare attenzione a non esagerare, perché possono portare allergie, soprattutto a chi già soffre di queste patologie o è asmatico. Consiglio di non fare "il fai da te", visto che le specie sono tante e magari è facile imbattersi in varietà velenose, meglio comprarli sempre già pronti all'uso, oppure essere certi delle varietà raccolte!

EL

2 dicembre 2017

LE CAROTE


LE CAROTE



La ricchezza delle carote in termini di qualità e benefici nutritivi, sta nei carotenoidi ( betacarotene in primis) , i pigmenti "pastelli della natura", come spesso vengono  chiamati, che  vengono trasformati in vitamina A dall’organismo: 100 grammi di carota coprono il fabbisogno giornaliero di  vitamina A, il 12% di vitamina C e tra il 3 e l’8% di  vitamine del gruppo B. La carota è ricca di zuccheri, di ferro, magnesio, calcio, fosforo e potassio. È priva di sodio e ricca di fibre e antiossidanti. E come a tutti quei vegetali di color arancio, che tanto fanno bene alla nostra salute...è infatti indicata per combattere le affezioni polmonari e gastro-duodenali, nell'insufficienza epato-biliare e nelle dermatosi. E' carminativa e facilita la digestione e stimola la produzione di succhi gastrici. Le ultime ricerche anticancro, suggeriscono che, oltre al betacarotene, nelle carote è presente un'altra  sostanza il falcarinolo, un alcool grasso dalle molteplici qualità antitumorali.

10 novembre 2017

E' TEMPO DI RACCOLTA...


Per cucinare e mangiare bene, apprezzando e valorizzando le nostre pietanze e trarne i maggiori benefici nutraceutici, dobbiamo limitare l’utilizzo di tanti condimenti e grassi saturi, ma abbiamo bisogno di condimenti semplici e salutari, proprio come il pregiato olio Evo.


In questi giorni è tempo di raccolta delle olive, che quest'anno sembra veramente abbondante, a differenza degli anni scorsi. Basta andare nei frantoi di zona o nei campi fra gli uliveti, che si vede tutt'intorno un frizzante movimento: teli stesi e rami pronti ad essere strapazzati...Ed uno dei prodotti della dieta mediterranea, per il quale di più, dovremmo essere fieri nel mondo, è proprio lui, il frutto di tanto lavoro: l'olio extravergine di oliva, o olio EVO.
Oggi vi parlo proprio di lui, il protagonista di tutte le nostre cucine, il condimento più venduto, ma anche quello più contraffatto, specie all'estero.
Per questo, ci sono delle cose fondamentali a cui dovremmo prestare attenzione, prima di acquistarlo, proprio perché fra gli scaffali dei supermercati, spesso troviamo invasioni di oli di bassissima qualità, stranieri e troppo raffinati.

Come riconoscere e acquistare un buon olio?




Leggendo le etichette.

Scegliendo attraverso i nostri sensi, per apprezzarne le qualità organolettiche.


Un buon olio di oliva deve essere:

1.     EVO extravergine di oliva, con acidità inferiore allo 0.8%, eccellente se è allo 0.2%.
2.     Da prima spremitura ed estratto a freddo (olive pressate o centrifugate a meno di 27°C).
3.     Ci deve sempre essere espresso: "Prodotto in...nello stabilimento..."
4.     Deve essere prodotto in Italia.
5.     I marchi DOP ed IPG, sono indice di qualità con materia prima raccolta nella stessa area geografica.
6.     Bottiglia scura.
7.     Rapporto qualità/prezzo.

Attraverso i nostri sensi scegliamo e definiamo le qualità organolettiche. L’acidità è rilevabile solo chimicamente, è una questione di composizione, ma attraverso il gusto possiamo stabilire tanti parametri. Non deve essere trasparente, se rimangono impurità che lo rendono un poco torbido, sono benefiche per la nostra salute. Se possiede una nota lievemente piccante è segno di polifenoli, sostanze aromatiche che sono potenti antiossidanti. Se congela a 0°C è di alta qualità. Il suo sapore può essere amarognolo, significa che le olive sono state raccolte poco mature, e ciò significa che mantiene proprietà migliori. Se invece il sapore è rancido, significa che è stato conservato male.



L'olio di oliva, va scelto puro e pregiato, proprio per il benessere del nostro organismo, pensiamo infatti che con solo due cucchiaini al giorno, abbiamo i grassi polinsaturi fondamentali per la cellula nervosa . In particolare, grazie anche all'alto contenuto di l'acido oleico (acido grasso monoinsaturo) presente nell'olio di oliva per circa l'80%, esso risulta più digeribile di altri grassi in quanto favorisce anche le funzioni epato-biliari. Nelle giuste dosi, può avere effetti positivi sul cuore, sulla circolazione, sul nostro cervello, ci protegge infatti da arteriosclerosi, depressione, invecchiamento. Mentre gli acidi grassi saturi tendono a depositarsi sulle arterie alzando il colesterolo cattivo, gli acidi grassi insaturi e polinsaturi, come quelli presenti nell'olio di oliva, se ben conservati e trattati a temperature basse e che non hanno subito ossidazione, tendono a fluidificare il sangue e ad abbassare il livello di colesterolo.

Ricordiamo però di scegliere la
QUALITÀ' e limitare la QUANTITÀ! 

L'olio di oliva è il fiore all'occhiello della dieta mediterranea, quando lo acquistiamo leggiamo sempre l'etichetta, preferiamo quello  Vergine ed Extravergine di oliva, a quello semplice. Il vergine subisce un processo di spremitura meccanico, poi decantato, centrifugato e filtrato ma senza alterare le qualità iniziali con la spremitura, la sua acidità deve essere inferiore al 2%. Quello extravergine, si differenzia perché ha qualità organolettiche maggiori, deve essere privo di difetti, avere un'acidità (espressa in acido oleico) compresa tra 0.8 %, ma quello eccellente dovrebbe averla allo 0.2%. L'olio non vergine, invece viene estratto con altri metodi, chimici o misti e spesso con l'uso di solventi che ne alterano la materia prima. Controlliamo sempre la provenienza delle olive, gli oli DOP e IGP, hanno una normativa più ristretta e deve essere indicata categoricamente la provenienza. Facciamo attenzione alle diciture "Prodotto IN" e Ottenuto IN", "Miscele di Oli Comunitari/Non Comunitari. Quello biologico deve essere composto per il 95% da olive coltivate secondo il metodo biologico. Esiste, inoltre, una normativa "Legge salva Olio", che dice che è possibile indicare anche l'annata, ma solo se il 100% delle olive proviene da un solo paese.
Scegliamo produttori locali, a km 0 o piccole e medie realtà agricole o consorzi e cooperative di oli biologici e biodinamici, dove ancora la raccolta si svolge seguendo le antiche tradizioni contadine o dove si rispettano i canoni dell'agricoltura biologica.
Ci sembra facile fare la spesa, ma diveniamo consapevoli che "quando andiamo a fare la spesa entriamo in un seggio elettorale, dove votiamo il mondo che vogliamo!". 

EL

31 ottobre 2017

LA ZUCCA

 


Parliamo della zucca, una miniera di vitamina A (cioè betacarotene), di ferro, potassio, di calcio, di tanta fibra e pochissime calorie! Aiuta a mantenere la pelle giovane e sana prevenendo le rughe, aiuta la regolazione dell’intestino, è digestiva, rinfrescante, diuretica e grazie proprio ai carotenoidi, possiede un’azione antitumorale. Possiede un’azione calmante e viene indicata per le infiammazioni urinarie, insufficienze renali, per la dissenteria e le affezioni cardiache. Un vero toccasana, nonché straordinariamente gustosa! Possiamo prepararla in tanti modi,  spartana come gnocchetti, sofisticata come ravioli, semplice e naturale al forno con rosmarino o in calda zuppa, sfiziosa come plum cake, torte e muffin!


Esistono tanti tipi di zucca , quella più comune e che troviamo quasi sempre nei mercati e nei supermercati è la zucca mantovana, ma ci sono tante altre qualità, non avete che da scegliere. Le zucche migliori sono quelle più piccole con polpa asciutta, più morbida  e gustosa. Le troviamo da agosto a febbraio/marzo, si conservano in un ambiente asciutto, non umido, al riparo dalla luce diretta del sole e ad una temperatura non inferiore ai 12°. Io utilizzo molto la "Delica" e quella "Beretta Piacentina", sono molto versatili in cucina e soprattutto saporite!


EL






27 ottobre 2017

I "tenerumi"

I tenerumi, ovvero, queste meravigliose foglie dal colore verde brillante, le ho avvistate fra i banchi del mercato contadino, non le conoscevo, ma il mio fiuto da foodbloggerlife , mi ha spinto a prenderle e a documentarmi sulla loro natura. Vi assicuro che sono veramente speciali, almeno quelle che ho preso io erano tenerissime e dolci, sono simili ad altre verdure come i broccoletti siciliani,  sono veramente super deliziosi!
Ma che cosa sono? Non sono nient'altro che i germogli “teneri” delle zucche lunghe, o delle zucchine,  botanicamente Lagenaria siceraria, tanto diffuse in Sicilia. Nell’entroterra siciliano sono detti anche "càddi ri cucuzza",“tàddi cucùzza”, “talli di zucca” in Campania o “ciùmm du cùcozz” in Puglia, quelli che normalmente verrebbero scartati, ma cucinati sono ottimi, in un'ottica di una cucina consapevole senza spreco e scarti! I tenerumi fanno parte di quella “cucina di sopravvivenza", quella che i nostri nonni conoscevano bene, quando nei periodi di povertà, si faceva tesoro di ogni parte commestibile della pianta.  In Sicilia sono molto conosciuti ed utilizzati, per le minestre, per le paste, le frittate o semplicemente come contorno ripassato in padella, per accompagnare piade, panini  e focacce. Se vi capita di scorgerli fra i banchi dei mercati contadini, acquistateli, non ve ne pentirete! Sono abbastanza semplici da cucinare!

Come pulire e cucinare  il tenerumi

  1. Pulite le piante delle zucchine, prendendo le parti tenere e le foglie piccole, mentre i gambi delle foglie più grandi vanno puliti dai loro filamenti.
  2. Cuocete in abbondante acqua salata la verdura pulita e lavata.
  3. Potete ripassare il tenerumi, in padella, con olio, aglio e peperoncino e poi condire primi piatti, fare minestre, accompagnare piade, panini e focacce!



Un consiglio...

Se li utilizzerete per condire primi piatti, potete cuocere la pasta direttamente nell'acqua di cottura del tenerumi, risulterà più gustosa e saporita, conservando vitamine e sali minerali!

Io ho cucinato dei deliziosi gnocchi verdi ai tenerumi...veramente squisiti!




I tenerumi, proprio come le zucchine, hanno proprietà purificanti e diuretiche. Le foglie hanno una particolare consistenza vellutata, possono essere trasformate anche in crema, potenziando così l’effetto lassativo. Molto digeribili e con pochissime calorie, i tenerumi, sono un concentrato di sali minerali e potassio e hanno spiccate proprietà disintossicanti e diuretiche.

EL

10 agosto 2017

Salsa allo zenzero




Questa salsa allo zenzero è adatta ad accompagnare tutti i tipi di polpette di verdure e di legumi, tortini e verdure nonché  il riso bollito, donando un tocco di Oriente ai piatti, profumandoli e rendendoli originali. Come salsa per tortillas e patatine, per sfiziosi aperitivi.   Questa salsa zenzero e peperoncino, è l' accompagnamento ideale per i miei speciali tortini di porri e patate dolci. Un gusto piccante nato dall'unione del dolce dello zucchero di canna e dell' amaro dell'aceto di mele e dello zenzero, che avvolgono il palato lasciando un retrogusto veramente speciale.


Per 2 persone

Ingredienti:


  • 2 cucchiai di aceto di mele
  • 2 cucchiaini di zucchero di canna
  • 1/2 peperoncino rosso, tritato o a pezzetti
  • 1 radice di zenzero, tagliata a striscioline
  • 5cucchiai di brodo vegetale
  • 1 cucchiaino di maizena (/amido di mais)

Procedimento:


  1. In una padella versate l'aceto, lo zucchero di canna, il peperoncino triato e lo zenzero e fate bollire per circa 5 minuti.
  2. Mescolate il brodo vegetale con la maizena, cercando di fare una pastella delicata da aggiungere alla salsa.
  3. Aggiungete la pastella alla salsa e fate cuocere fino ad addensare bene il tutto.


A seconda della consistenza che volete dare alla salsa, diminuite la dose della maizena per avere una salsa più liquida o al  contrario nel caso in cui risultasse una salsa  troppo densa, aggiungete qualche cucchiaio in più di brodo vegetale.


Lo zenzero, dall'alto potere antinfiammatorio,  è una spezia che apporta tantissimi benefici. Appartiene alla famiglia delle Zingberacee ed è originaria dell'Estremo Oriente. Dalle forme molto simili alla patata, la sua polpa è dura e di colore giallo. Può essere consumato sia cotto che crudo. Ottimo il decotto di zenzero che aiuta a depurare l'organismo, stimolare la diuresi e, grazie al suo effetto antinfiammatorio, aiuta a prevenire problemi alle ossa e alle articolazioni. Aiuta a rilassare i muscoli dell'addome, a prevenire la formazione di gas e gonfiore addominale.  Inoltre, calma il mal di gola, previene il raffreddore, grazie all'ibrupofene aiuta a far passare il mal di testa. 

EL

28 marzo 2017

L'AVOCADO

The Horrifying Truth About AvocadosPer il popolo sudamericano e sudafricano, l’avocado rappresenta il sostituto delle olive per gli Europei. La principale caratteristica nutrizionale di questo frutto è la sua ricchezza di proteine e grassi. L’elemento più rilevante per la salute di chi include l’avocado nella sua alimentazione è l’apporto proprio di acido grasso linolenico e Omega – 3, grassi “buoni” in quanto capaci di stimolare la produzione di colesterolo buono (HDL) e frenare il deposito di quello cattivo (LDL), diminuendo il colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia), si può prevenire l’arteriosclerosi e le patologie causate dalla ostruzione del cuore e delle arterie, aggiungendo allo stesso tempo colore e sapore alla nostra alimentazione. Gli effetti positivi non sono solo per il cuore: l’avocado è anche ricco di fitonutrienti, elementi antiossidanti che aiutano a liberare le cellule dai radicali liberiUn altro aspetto positivo a favore dell’avocado è il suo ricco contenuto di Vitamina A: 14 mg di vitamina A per 100 grammi di parte commestibile (7 volte più dell’ananas). È inoltre ricco di vitamina E, ed entrambe le vitamine sono forti antiossidanti, che aiutano specialmente contro l’invecchiamento della pelle promuovendone la sua elasticità. Altri antiossidanti potenti presenti in questo frutto sono il glutatione e la luteina. Si presta a tantissime ricette, sia dolci che salate.


17 febbraio 2017

Margherite ripiene in salsa allo zafferano


In questa ricetta ho utilizzato tutti ingredienti di origine vegetale, profumati dal sapore intenso e deciso dello zafferano che messo in sinergia con gli altri ingredienti, come la ricotta di anacardi e i carciofi, crea un gusto particolare realizzando un semplice gioco di equilibri. Può sembrare complicata, ma vi assicuro che è molto semplice, basta organizzarsi con la preparazione del ripieno. La ricotta di anacardi, vi consiglio di prepararla il giorno prima, la sfoglia senza uova è molto semplice e si realizza facilmente, i carciofi, se volete risparmiare tempo, potete acquistarli congelati in cuori di carciofi, da versare direttamente in padella già puliti. Ho deciso di utilizzare lo zafferano in stimmi, per avere un sapore più inteso, ho tostato gli stimmi in padella qualche minuto prima di lasciarli immersi nell'acqua, per valorizzare così al meglio il loro sapore e coglierne perfettamente l'aromaticità. Queste margherite, sono un piatto veramente gustoso, appetitoso ed originale, che possono essere l' ideale, per pranzi e cene speciali, dove condividere momenti di festa e pranzi della domenica!

Per 4 persone


Ingredienti:


Per il ripieno:


  • 4/5 carciofi teneri (circa 300 grammi puliti)
  • 150 grammi di anacardi al naturale
  • 2 cucchiai di vegorino romano (formaggio di mandorle essiccato) 
  • erba cipollina
  • sale e pepe
  • buccia grattugiata di 1 limone biologico
  • trito essiccato di peperoncino, aglio,  prezzemolo e mentuccia
  • olio Evo

Per la sfoglia di pasta senza uova:


  • 350 grammi di farina di semola di grano duro rimacinata
  • 1 batata 
  • acqua q.b.
  • sale e pepe 
  • zafferano in stimmi

Per la salsa allo zafferano:


  • zafferano in stimmi
  • acqua (e/o brodo vegetale)
  • olio Evo
  • 3/4 cucchiai di farina tipo 2
  • sale e pepe
  • 1/4 di cipolla o scalogno

Procedimento:



Preparate per prima cosa il ripieno...

  1. Pulite i carciofi privandoli delle foglie più dure e della punta, tagliateli a listarelle fini, cuocerli in una padella con vino bianco ed un trito di peperoncino, aglio , prezzemolo e mentuccia essiccati. A cottura ultimata, passateli nel frullatore ad immersione, fino a raggiungere una consistenza densa e cremosa, aiutandovi con brodo vegetale all'occorrenza.
  2. Preparate la ricotta di anacardi...dopo averli lasciati in ammollo dalla sera precedente, scolateli dall'acqua di ammollo, passateli nel frullatore ad immersione, lasciateli in un colino per qualche ora, a perdere il liquido in eccesso. Dopodiché conditeli con olio Evo, sale, pepe buccia grattugiata di limone.
  3. Unite i due composti di carciofi e ricotta di anacardi, amalgamandoli bene, aggiungendo anche qualche spolverata di vegorino romano (formaggio di mandorle essiccate).

Preparate la sfoglia...

  1. Immergete gli stimmi di zafferano, dopo averli leggermente tostati per qualche minuto in padella,   in acqua tiepida o brodo vegetale e lasciate per qualche ora.
  2. Pulite e sbucciate la batata, passatela nel frullatore ad immersione, poi per rendere il composto il più fino possibile, fatelo passare in un colino o meglio in un telo di lino, dovrà risultare quasi liquido. 
  3. Su una spianatoia versate la farina a fontana, mettete al centro l'olio, il sale e il liquido ottenuto dalla batata. Aggiungete a poco a poco anche qualche cucchiaio del liquido degli steli di zafferano in ammollo. Iniziate ad amalgamare con l'aiuto di una forchetta, impastate bene fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Formate un panetto e lasciatelo riposare per almeno mezz'ora.
  4. Dopodiché riprendere l'impasto e tirarlo a sfoglia sino a raggiungere uno spessore di 2/3 mm.

Formate le margherite...

  1. Una volta stesa la sfoglia, dividetela a metà e nella metà superiore disponete, con l'aiuto di un cucchiaino, il composto di carciofi e ricotta di anacardi in piccole porzioni distanziate almeno di un dito. Concluso il ripieno, piegate la metà della sfoglia su quella superiore, passate con un dito tutti i bordi tra le porzioni dell'impasto, così da togliere tutte le bolle d'aria.
  2. Con un taglia biscotti a forma di margherita, tagliate tutte le porzioni ottenute, avendo cura di sigillare bene i bordi.

Preparate la salsa allo zafferano...


  1. In una padella mettete 2/3 cucchiai di olio Evo e qualche listarella di cipolla, lasciate qualche minuto, poi unite lo zafferano in stimmi, precedentemente lasciati in ammollo in acqua tiepida e precedentemente tostati qualche minuto in padella a fuoco basso, 4/5 cucchiai di farina e brodo vegetale. Lasciate mantecare per dieci minuti, regolando con sale e pepe.

Cuocete le margherite in abbondante acqua salata e appena vengono a galla, scolatele con una schiumarola e posizionatele direttamente nella padella con la salsa allo zafferano calda. Fatele rosolare qualche minuto, delicatamente a fuoco vivace. Impiattate le margherite spolverando, con vegorino romano, limone grattugiato e stimmi di zafferano tostati...




Lo zafferano, è una spezia molto conosciuta ed usata fin dall'antichità. La sua pianta originaria, da vita ad un bellissimo fiore viola, nella cui corolla sono custoditi internamente gli steli da cui si ricava anche la polvere. Possiamo usarlo in abbondanza poiché è ipocalorico, valorizza i sapori e ne armonizza il gusto, si possono creare piatti saporiti dall'antipasto al dolce. In Italia è particolarmente popolare, anche se originario dei Paesi Asiatici, ed è ricco di moltissime proprietà benefiche e terapeutiche: oltre ad essere ricco di carotenoidi, eccezionali antitumorali, accelera il nostro metabolismo, migliora la vista e la digestione, riduce i rischi della ipercolesterolemia e dell'ipertensione, allevia i dolori mestruali ed è un ottimo integratore per capelli e pelle!

Questa ricetta, è il mio contributo ad AIFB,  per il progetto del ricettario/Ebook  sullo Zafferano dell'Azienda Vallescuria.


EL





Panini allo zafferano e semi di papavero


Il pane, accompagna da sempre la nostra cultura culinaria e tutte le portate del nostri pranzi, solitamente, il suo è un sapore neutro, ma possiamo creare pani alternativi e gusti speciali, differenziando le farine utilizzate e aiutandoci con spezie, erbe aromatiche e semi che ne completano il sapore e lo adeguano ad accompagnare alcune pietanze rispetto ad altre. In questa ricetta, ho usato il sapore deciso ed intenso dello zafferano, proprio per rendere questi panini speciali ed unici, ideali ad accompagnare e rendere particolari anche piatti semplici!

Per circa 10/12 panini

Ingredienti:

  • 500 grammi di farina tipo buratto ( tipo 2)
  • 16 grammi di lievito di birra essiccato
  • 2 cucchiaini di zucchero (o malto d'orzo)
  • 4 cucchiai di Olio Evo
  • 2 cucchiaini di sale fino 
  • una decina di stimmi di zafferano
  • acqua minerale q.b.
  • semi di papavero q.b.

Procedimento:


  1. In una ciotola lasciate in immersione gli stimmi di zafferano, con acqua tiepida per qualche ora, dopo averli leggermente tostati qualche minuto in padella a fuoco basso.
  2. Setacciate la farina, versatela a fontana su una spianatoia, formate una cavità nel centro e versate il sale, lo zucchero, il lievito di birra essiccato e qualche cucchiaio di acqua minerale tiepida. Impastate gli ingredienti con l'aiuto di una forchetta, fino a quando il lievito sarà sciolto. Dopodiché aggiungete il liquido degli stimmi di zafferano in ammollo ed i pistilli stessi.
  3. Iniziate ad impastare bene tutti gli ingredienti incorporando a poco a poco la farina. Aggiungete due cucchiai di olio evo e lavorate la pasta con entrambe le mani. Lavorate energicamente l'impasto. 
  4. Formate una palla e spennellate la superficie con olio. Ponete la pasta in una ciotola e lasciare a lievitare per qualche ora.
  5. Trascorso questo tempo, lavorate ancora qualche minuto la pasta e dividetela in porzioni di circa 30/40 grammi, formando dei panini rotondi. Foderate una teglia con carta da forno, disponetevi i panini distanziati tra loro e spennellate con olio la superficie e aggiungete i semi di papavero. Lasciate lievitare ancora per un ora o più, coprendo con un canovaccio
  6. Togliete il canovaccio, spolverizzate i panini con farina unita a polvere e stimmi di zafferano ed infornate in forno già caldo per 15 minuti, a 200 gradi e ponendo nel forno una ciotola di acqua. Trascorsi 10/15 minuti, togliete la ciotola con l'acqua e continuate a cuocere per altri 15 minuti. Sfornate e lasciate intiepidire i panini. Serviti tiepidi, come accompagnamento ad altre  pietanze, specialmente con verdure al tegame, sono una vera delizia! Potete proporli anche in versione mini, come originale finger food con all’interno interpretazioni diverse, verdure grigliate, formaggi alternativi, pomodori secchi, guacamole…

Lo zafferano, è una spezia molto conosciuta ed usata fin dall'antichità. La sua pianta originaria da vita ad un bellissimo fiore viola, nella cui corolla sono custoditi internamente gli steli da cui si ricava anche la polvere. Possiamo usarlo in abbondanza poiché è ipocalorico, valorizza i sapori e ne armonizza il gusto, si possono creare piatti saporiti dall'antipasto al dolce. In Italia è particolarmente popolare, anche se originario dei Paesi Asiatici, ed è ricco di moltissime proprietà benefiche e terapeutiche: oltre ad essere ricco di carotenoidi, eccezionali antitumorali, accelera il nostro metabolismo, migliora la vista e la digestione, riduce i rischi della ipercolesterolemia, dell'ipertensione, allevia i dolori mestruali ed è un ottimo integratore per capelli e pelle!


Questa ricetta, è il mio contributo ad AIFB,  per il progetto del ricettario/Ebook  sullo Zafferano dell'Azienda Vallescuria.


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